LA TUA IDEA DI CASA: IGERS DI ARREDAMENTO | PARTE 4

ABITAREarreda e gli Influencers di arredamento su Instagram - Parte 4

Alla scoperta dei blogger di arredamento e design su Instagram

Abbiamo conosciuto designer, avvocatesse, casalinghe appassionate di design, libraie e altro ancora.

La casa per loro è il luogo del cuore, dove cullare benessere per gli occhi e lo spirito, coltivare le relazioni familiari e amicizie, e dove coniugare bellezza e funzionalità secondo il personale gusto e stile preferito.

Concludiamo, per quest’anno, la carrellata di interviste e foto spettacolari delle loro case, andando a conoscere l’Idea di Casa di due Igers d’arredamento speciali: per l’occasione, quali cultrici ed esponenti di due stili apparentemente opposti, lo shabby e l’industrial, abbiamo scelto per voi:

Scopriamo chi sono…

1 - Qual è la tua idea di casa?

Ristrutturare il proprio spazio: la parola d’ordine è “funzionale e accogliente”

A volte la casa non deve essere creata da zero: per questo, l’Idea di Casa di Elena parte dal concetto di “recupero” di spazi già esistenti, per creare ambienti adatti a 4 persone ed essenzialmente funzionali…

“La mia idea di casa è racchiusa in due parole: "funzionale e accogliente" .Quando ho ristrutturato casa ho cercato di recuperare tutti gli spazi disponibili. Essendo una famiglia composta da 4 persone abbiamo "creato" tutto in base alle nostre esigenze...anche se siamo stati agevolati avendo una casa abbastanza grande (130mq). Ma c'era comunque il rischio di incappare in qualche errore.

Scrivere la propria storia abitativa tra praticità, luce e calore dei materiali

“Nella mia testa di progettista l'idea della casa è legata soprattutto alla praticità d'uso, all'ordine e alla linearità degli spazi e degli arredi. Ma dev'essere anche una casa piena di luce - se non naturale, che è l'ideale, per lo meno artificiale ben pensata - caratterizzata dal colore sia delle pareti che degli arredi e scaldata dall'uso del legno. La casa deve esprimere l'indole e la personalità di chi la abita, nel mio modo di progettare uso il colore proprio per rappresentare visivamente il carattere dei clienti e creare la base ideale per la vita in un ambiente confortevole e armonioso in cui continuare a costruire la propria storia abitativa.”

La casa di Lia racconta qualcosa di chi ci abita, attraverso la praticità, ma anche la luce e la scelta di materiali che riscaldino l’ambiente. Un modo per esprimersi attraverso ciò che ci circonda… e possiamo testimoniare, quardando le foto delle sue “case” che sia proprio così.

2 - Qual è lo stile che senti più vicino a te e perché?

Tra design e antichità: stratificare storie ed epoche e colorare lo scandinavo

“C'è un distinguo da fare, tra lo stile che sento più vicino a me, per me, e lo stile che sento più vicino a me, nella progettazione.” Mette subito in chiaro Lia “Per me, lo stile più congeniale è l'eclettico. Sono un'accumulatrice seriale: amo l'antiquariato, il modernariato, l'arte moderna e contemporanea, il design, i materiali sinceri come legno, pietra, ferro e vetro. La mia casa casa è un insieme eclettico di tutte queste cose, creato nel tempo, piano piano, come una stratificazione che racconta la mia storia e quella della mia famiglia.

Lo stile che mi è più congeniale nella progettazione è invece quello scandinavo sia contemporaneo che mid-century, caratterizzato da linee morbide, organiche e pulite e dalla funzionalità. Ma allo stile scandinavo a me piace aggiungere il colore, steso a campiture geometriche nette. L'eclettismo però resta l'approccio che prediligo nella progettazione, mi piace molto giocare sul contrasto tra design e antichità.”

Tra personale e professionale, Lia cerca di mettere d’accordo le epoche con una stratificazione di arredi e oggetti che raccontano storie: integrare cose apparentemente distanti tra loro è sempre un’arte, e sicuramente intrigante “spiare” il modo con cui un professionista del settore s’ingegna di farlo. Personalizzare gli stili, in fondo, è il segreto per ottenere un ambiente che sia sì bello e confortevole, ma non impersonale come un’anomica foto di una comune rivista di settore: ecco che lo scandinavo, oggi molto trendy e forse anche un po’ abusato, viene personalizzato da Lia col colore e un eclettismo, ingredienti che scongiurano il rischio “anonimato”.

Colori caldi all’inglese

Per Elena uno shabby chic vicino al rustico country… uno stile che disegna ambienti accoglienti, familiari e caldi richiamando un vero classico del genere: il cottage all’inglese. Chi non vorrebbe una tazza di tè e biscottini al cioccolato in un nido così?

“Il mio stile di arredamento va dal classico inglese al cottage con colori caldi e tenui. Adoro i colori caldi perché credo diano un senso di protezione e rendono accogliente gli ambienti. Ma mi piace, ovviamente, anche lo stile shabby… e cioè riportare a vita nuova cose vecchie, come per esempio un vecchio mobile da cucina a cui ho dato nuova vita rendendolo un mobile/lavabo per il mio bagno… e di cui vado veramente fiera! O una consolle che, rivernciata, ha cambiato completamente aspetto… al momento c'è solo la piattaia che aspetta di cambiare look " 

Fantastica idea, e sempre più seguita, quella del riciclo e riutilizzo di oggetti non più funzionali facendoli tornare in vita con un altro scopo: un’idea green ed eco, e non vediamo l’ora di vedere cosa succederà alla piattaia...

3 - Cosa cerchi in un arredo?

Bello, pratico e funzionale

“Nell'arredo cerco sia la bellezza, perché è ovvio che l'occhio vuole la sua parte, sia la praticità e, come dicevo prima riguardo all'idea di casa, la funzionalità” Ci risponde Elena riguardo la sua idea di arredo. 

E guardando le foto della sua casa, o delle case Shabby condivise sulla sua pagina Instagram, spesso si può avere un’idea di quale sia la migliore soluzione di stile tra bellezza e funzionalità. Ma a volte è difficile non farsi attrarre da cose bellissime… ma inutili!

Quando il design risponde a problemi concreti

“In un arredo cerco il miglior rapporto possibile tra forma e funzione. Ho un approccio razionalista al design, apprezzo molto le idee di design che rispondono a problemi concreti, da quelli della fruibilità dello spazio, a quelli ergonomici o di comodità. A volte resto affascinata da oggetti di design meravigliosi, ma quando penso all'uso nel quotidiano mi disincanto. La funzionalità è l'obiettivo primario per me anche quando progetto io stessa gli arredi per i miei progetti, anche perché il fruitore è il mio interlocutore diretto, se progettassi arredi belli ma poco funzionali, sarebbe il cliente stesso a bocciare direttamente l'idea.”

Per chi lavora con un committente, come Lia in questo caso, certo bello ma poco funzionale (quando non francamente inutile) può essere un passo falso che costa il lavoro… chi potrebbe darle torto?

4 - Lavoro, passione per l’arredo e il design, e i social media: qual è il fil rouge che lega tutto?

Il segreto per emergere dal mare magnum dei Social? La passione

“Mi sono laureata in Architettura e ho seguito l'iter tradizionale nella formazione di un progettista” ci racconta Lia “Per parecchio tempo mi sono dedicata ad altro, poi mi sono appassionata alla ristrutturazione della mia casa, che è stata ed è tuttora il mio laboratorio formativo, ma il mio lavoro ha preso uno slancio concreto soprattutto grazie ai social. Oggi creatività e capacità di comunicazione sono i due aspetti primari nella professione dei progettisti. Essere dei bravi progettisti, dei bravi creativi, non basta, se non si è in grado di far emergere il proprio talento nel mare magnum delle immagini che circolano nel web. Occorrono molte competenze: saper creare una propria identità visuale, saper creare immagini belle e coerenti con l'identità creata, saper creare contenuti interessanti, essere aggiornati sui meccanismi di interazione dei social, e contemporaneamente progettare, gestire i cantieri, ci vuole un grande impegno. Credo che il vero fil rouge sia la passione per il proprio lavoro. Se non ci fosse quella ci si arenerebbe a metà del percorso.”

Emergere dai Social non è semplicissimo, come testimoniato da Lia, ma per certo alle spalle c’è un grande lavoro, e non può essere un lavoro privo di passione: chi si approccia a questo mondo con l’unico obiettivo di emergere a qualunque costo, non va molto lontano. Il vero motore è la passione per quel che si fa e si condivide: allora, certamente, il mezzo Social diventa uno strumento importante, non solo per condividere il frutto della propria passione, ma anche per conoscere, crescere, far gruppo insieme ad altri, ispirare… L’esperienza di Lia è certamente positiva, e testimonia la vasta gamma di competenze che, talvolta, bisogna avere e senza dubbio il fuoco sacro della passione che alimenta il tutto.

Dalla pagina Instagram… alla community di arredo e home decor

“Trovatemi una donna che non abbia la passione per l'home decor…” risponde subito Elena “Stando a casa ho voluto creare questa pagina personale in cui mostro la.mia.casa e la mia vita… ma ho anche creato una community per tutte le amanti dell'arredamento e in particolare dello shabby e dello stile romantico: @photoshabby. Con quest'ultima pagina, che è cresciuta tanto in pochissimo tempo, ho appurato che basta poco per comunicare attraverso una foto o un video permettendoci così di conoscere nuove persone e potersi confrontare...”

Questo, di nuovo, il “segreto” di Elena: fare una cosa che ti piace talmente tanto e con tale passione che… poi può diventare quasi un vero “lavoro”, se non altro una ricca community di interscambio. Lo ribadiamo, la piazza di Instagram è eccellente per condividere, far conoscere e fare gruppo insieme ad altri appassionati del genere! Ora Elena condivide splendide foto di case Shabby, fa collaborazioni d’arredamento e coltiva la sua passione attraverso i Social… cosa c’è di più bello del fare un’attività che ci piace davvero condividendo quel che ci piace davvero?

Il mondo degli Igers di arredamento: tra ispirazione e dedizione

Più ci addentriamo nel mondo degli Igers di arredamento, più li conosciamo, e più ci si fa chiara l’idea che queste persone siano accomunate da qualcosa: la passione per l’arredamento, e come questa si intreccia alla loro storia personale, per via del lavoro, o per via della necessità di dover arredare o ristrutturare la propria casa.

Ecco che i Social diventano quel che esattamente sono: una vetrina, un luogo virtuale dove conoscere e farsi conoscere, dove trarre ispirazione, talvolta sognare attraverso le immagini d’altri. Non trascurando tutto il lavoro, il tempo dedicato e l’impegno che c’è dietro: lo studio del posto, dell’arredo, gli abbinamenti, la scelta dell’angolazione, la luce giusta, la composizione dell’immagine, l’angolatura e la profondità di campo, gli strumenti giusti, i filtri, la post-produzione, l’idea e ed il racconto che ci sono dietro… si fatica a non credere che non sia esattamente un lavoro. E nessun lavoro come questo può durare a lungo senza passione, una parola che nelle risposte delle nostre Igers è ricorsa spesso.

Giunti alla fine, per ora, della rubrica #LaTuaIdeaDiCasa ci auguriamo che le splendide immagini dei profili della Igers che finora vi abbiamo presentato vi abbiano ispirato, come hanno ispirato noi, e diciamo arrivederci ad un mondo, che dalla prossima puntata conosceremo attraverso una nuova rubrica, #UnaStanzaAlMese: da questo mese di Settembre, infatti, conosceremo fino a Dicembre quattro amiche Instagram di ABITAREarreda che hanno scelto di raccontare una stanza della propria casa attraverso un arredo del nostro catalogo. Cosa avranno scelto e come avranno interpretato soggiorno, ingresso, cucina e camera da letto? Stay tuned...

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